Alahmbra: il fascino assoluto tra segno e magia

by Mariangela

La famigerata Alahmbra..

 

Il debito di sangue tra me e Fabio, si conclude dopo ben 12 anni… Eh già.. Perché qui eravamo già stati insieme anni fa, in uno dei nostri primi viaggi da fidanzatini desiderosi di scoprire insieme il mondo… peccato, però’, che Fabio non avesse pensato di prenotare.. Peccato, invece, che quando era stato qui in un lontano passato con altre signorine l’accortezza e la premura non gli erano mancate… Per farla breve le ira delle Irinni, niente al confronto di una giovane innamorata gelosa e, lo ammetto, un po’ isterica, che scatenò sul povero malcapitato urla e accidia feconda.. Insomma il torto subito doveva essere lavato con l’onore (e visto il clima anche con il sudore!!!), o più semplicemente con la visita rinnovata e prenotata…

Ed eccoci qua sotto il solleone delle due, in coda per entrare dopo un’attesa di soli 12 anni dentro la famigerata Alahmbra.

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Visita impegnativa per il già menzionato caldo (compagno soffocante di questo nostro viaggio!): la mia pressione già rinomata per essere bassa, qui ha dei picchi

in caduta libera con la conseguenza di possibili mancamenti e reali scazzi tra noi (mi sta venendo il sospetto che questo posto eserciti un influsso negativo).

In realtà l’Alahmbra è davvero un posto magico, quasi finto per quanto perfetto e fuori dal tempo…

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Una cultura milenaria, diversa, con una precisione nelle sue arti al limite dell’impresa… La scelta semantica, oltre ovviamente teologica, del rifiuto delle immagini, cifra stilistica delle rappresentazioni figurative musulmane, qui raggiunge livelli di perfezione da lasciare senza fiato…Marmo che sembra merletto,

IMG_4821.jpgcon una cura per la cesellatura di grande maestria, le volte, le fontane, i giardini..un tripudio perfettamente geometrico di azulejos mi incanta… Ordine, precisione, ripetizione, blu, verde, moro, nero, bianco, dorato…Lo schema ripetuto che crea un gioco prospettico di illusione e meraviglia…. Arte e cultura trasformate in perfezione…

Mentre scrivo ho casualmente letto una bustina di Minerva di Eco, in cui si fa un excursus di grande sapienza e conoscenza culturale ( mi sento sempre più piccola… ) sul valore e sull’utilizzo della immagine nella storia e cultura; senza entrare nel merito dell’interpretazione del suo pensiero(… Non potrei aspirare a cotal compito!) ora che sono davanti a questa arte senza immagine espressa all’ennesima potenza, rifletto su quanto il segno, liberato dalla gabbia pedagogica, divulgativa, e demagogica dell’immagine, possa solo risultare potente ed evocativo.. Certo il mio occhio che vede è vergine da qualunque conoscenza di cui il segno arabo è di per sé carico (scritte e linee, parlano della divinità, non aspirano a tradurla in immagine)…. È proprio per questo ne sto apprezzando solo la carica artistica.. Per questo vedo un uomo, un artista che ha creato qualcosa di immortale, destinato ai posteri, e non un uomo che deve comunicare, educare, guidare.. Imporre…

Riflessioni in puro spirito da Sindrome di Stendhal.. A modo mio!IMG_8016.jpg

 

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