“Una linea è un punto che è’ andato a fare una passeggiata” diceva Paul Klee. Qui a Barcellona sta danzando

by Mariangela

di Mariangela Bruno

Barcellona: una città che ti colora l’anima… La mia ha trovato casa…

Come descrivere due giorni densi e assolutamente non adeguati per conoscerla ma sicuramente sufficienti per amarla ed apprezzarla, come un amante che devi vivere in modo struggente e già mancante per lo spazio breve ed intenso di un incontro? Due giorni sono una strizzatina d’occhi, un aperitivo che anticipa ed anticiperà il lauto pranzo.. Due giorni bastano solo per capire che Barcellona è un posto dove vale la pena vivere…. “Vale”.

Barcellona è stata per noi il colore verde e rosso del bus che in 4 ore, ci ha regalato una vista d’insieme di tutta la città… Un bellissimo giro e mai come in questa città necessario, completo ed esaustivo per assaporare tutte le zone per chi come noi, aveva le ore contate…. E allora attrezzati di cappelli, occhiali da sole e macchine fotografiche ci siamo goduti Barcellona dal piano superiore del pullman… E mentre andavamo, una leggera e forse un po’ troppo timida brezza ci rinfrescava dal caldo (un caldo davvero senza mezzi termini, per noi che l’anno scorso di questi tempi stavamo a Capo Nord a 6 ^).

Una rapsodia di stili architettonici, passando dalla parte più moderna, sede di palazzi avveniristici, quartieri residenziali, specchi, acciaio, palme, l’iridescente torre Abgar, il porto modernissimo prestato al mare per passeggiate, ristori, localini, centri commerciali, e attività, e ancora il Marea Magnum (mentre noi ci vantiamo del Mare Nostrum), l’albergo W, una vela gigante come se Dubai fosse proprio qua’, la statua di Colombo che svettante ci ricorda il potere dei sogni, anche quelli più visionari…

Ed ecco la Barceloneta: la playa di spiaggia bianca e fine piena di persone che fanno surf, prendono tapas e sangria, o giocano con i secchielli…baciati da un sole caldo che fa brillare di mille riflessi opere moderne come un pesce gigante fatto di infiniti pezzi di acciaio che brillano a tutte le ore del giorno e della notte, mentre una grandissima palla di cemento in bilico su uno spigolo di un palazzo, sembra ricordare il delicato ed affascinate equilibrio tra gli opposti.. Lo sguardo si perde, si confonde, si esalta, tra opere di Roy Lichtenstein, funivie, vecchi magazzini riconvertiti in magniloquenti musei di storia catalana, mentre una vecchia arena, mantenendo la sua struttura esterna di mattoni i rossi e maioliche bianche blu, ha deciso di trasformarsi in un nuovo centro commerciale.. Di nuovo vecchio e nuovo insieme…

Il quartiere olimpico, fin su verso il Tibidabo (e qui sarà d’obbligo ritornare per passare la nostra giornata al parco giochi più famoso di Barcellona e mantenere la promessa fatta alle bimbe). Una spettacolare vista dall’alto nella zona di Montjuic, lo stadio che sovrasta la città, la colonna delle telecomunicazioni, una strepitosa opera d’arte bianca candida, che emula un atleta che si inchina nel ricevere la sua medaglia…

Qui ogni monumento, quartiere, strada è il frutto intelligente di un cambiamento netto ed evoluto di questa città, segnata nel modo più sensato e positivo possibile, da due grandi eventi: i Giochi Olimpici del 1992 e i 500 anni della scoperta dell’America… Occasione imperdibile per cambiare una città e consegnarla migliorata ai suoi cittadini… Una vetrina di cartapesta che si è dissolta come una bolla di sapone… Ecco appunto… Barcellona è il colore di una bolla di sapone, il colore gioioso dei gridolini dei bambini che in una piazzetta fanno la gara a scoppiare quante più bolle di sapone… È’ il colore del pantaloncino blu di Alice che per mano fa volteggiare il vestitino rosso della piccola Cloe, mentre si abbracciano volteggiando tra bolle che si scoppieranno spruzzandole, ma che resteranno lì ad avvolgerle senza scoppiare mai…

Il colore della Città Vecchia con il suo dedalo del Barrio Gotic, viuzze strette, caffè, improbabili e bellissimi portoni e serrande colorati, la Cattedrale maestosa e pomposa, le biciclette rosse che la città mette a disposizione, perché qui, una metropoli visitabile dovunque con la ciclabile, non è una aspirazione utopica, ma una condizione reale… Le nostre bici arancioni si distinguono mentre svettano placidamente…

Barcellona è il colore della Rambla… Una via straordinaria, piena di colori delle persone di tutte le nazionalità, dei colori dei negozi, fiori, botteghe, brulicare di voci, idiomi… Gente che fa quello che vuole, come noi che ci facciamo un video selfie girando tutto intorno (ma forse era la Sangria che faceva girare tutto quanto!!!)

La nostra cena a base di tapas colorate e Sangria (questa di un bel rosso fuoco!), mentre la piccola e timida Cloe si è impuntata ad insegnare l’italiano ad una signorina spagnola… Ed anche qui ci sarà il cartello per il divieto di entrare alla più piccola stolker europea…

Una passeggiata lungo la Rambla del mar cantando Mannarino con il suo “Merlo Rosso” … ed ecco che la sera, colorandosi delle luci del tramonto, ci sorprende in bici per godere le luci della notte… luci che illuminano in modo iridescente la zona del porto e dei palazzi moderni, mentre la parte antica si veste di luci soffuse con quell’allure romantico e suadente… Ed eccola finalmente lì la torre di Abgar… Pedalando pedalando di notte siamo riusciti a far contenta Alice che voleva ammirarla… E, come sempre succede, aveva ragione: un suppostone strepitoso, colorato con infiniti led bianchi, rossi e blu… Un quadro postmoderno a cielo aperto.

Il gusto della vera crema catalana assaporato in una delle pasticcerie storiche della Rambla… Barcellona è il mercato “La Boqueria” è il mercato “La Boqueria” è Barcellona. Quando il colore si sposa con il calore, con il gusto e il sapore..Un luogo per me incredibile, il paradiso degli alimenti freschi più bello e completo che abbia mai visto… Un’atmosfera giocosa, goliardica, incredibilmente vera e genuina, nonostante i tanti turisti come noi… Succhi di frutta di tutti i gusti e colori, tutto di tutto, tortillas buonissimi, lo stand del pesce fresco cucinato sul momento (una chicca, come mi ha suggerito la mia amica Assia), il frutto del drago (come lo chiama Alice) da gustare sul momento… Stick di prosciutto spagnolo, eccezionale… Paella, spezie, sapori… Se mi perdo nella mia vita… Mi si può ritrovare un po’ qua.. Un po’ su qualche spiaggia alle Lofoten…

Una passeggiata al quartiere modernista imperdibile, perché Barcellona è la patria della corrente che ha celebrato la linea curva, storta, destrutturata, inusuale e liberadagli schemi… Passeggiare per la città e scoprire la casa Batillo’, la Pedrera con i suoi comignoli maestosi e spaventosi, il rincorrersi deiTrencadis, questa rapsodia di mattonelle e ceramiche che creano questo mix talmente tanto inusuale ( ma per me assolutamente affascinante…) e poi alzare lo sguardo e vederla lì in tutta la sua tipicità, stranezza e forza espressiva…

La Sagrada Familia… L’opera più straordinaria di un grande visionario, un genio tormentato del calibro di Gaudi. La rotondità toglie l’austerità, il colore perfettamente combinato delle cromie delle vetrate, liberato dalla necessità agiografica e divulgativa… Ammalia lo sguardo e ne rapisce il senso… Non saremo una “sacra famiglia” ma probabilmente rendiamo la nostra famiglia un posto dove coltivare il sacro…

Il colore del Park Güell… Sintesi e meta finale dei nostri due giorni… E encomiabile rappresentazione di quello che abbiamo vissuto…

La salamandra, simbolo di Barcellona, con i suoi infiniti colori al bagliore del tramonto sembra sorridermi… Sa perfettamente che ci rivedremo… Ci siamo trovate e ora come potremmo mai perderci.

“Una linea è un punto che è’ andato a fare una passeggiata” diceva Paul Klee.

Qui a Barcellona sta danzando

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