di Mariangela Bruno
Il bisogno di andare si fa sentire sempre più forte. Di piedi che camminano e si perdono un pò, del rumore delle foglie che scrocchiano mentre vai, del cielo color cielo che si intravede tra rami e foglie che ballano. Il vento leggero e il sole ancora tiepido…
Si di sentirci in questo autunno che si prospetta complicato e sofferente liberi di non sentirci oppressi e costretti… con in mano il senso di possibilità ariosa, e con l’altra stretta la mascherina, lettera scarlatta di qyesto tempo inquieto…
Una domenica alla ricerca di un foliage ottobrino con questa aria nella testa e questo bisogno nel cuore.
Il bosco per la vecchia Monterano è la meta ideale per questa veloce ventata di libertà a due passi da Roma.
Tra il verde brillante del bosco incontriamo una ragazza dai fluenti capelli rossi, Diosilla il suo nome… piange, piange piange inconsolabile… dalle sue lacrime la nostalgia antica ed eterna per l’amore perduto… si piega lungo il fiume, i capelli si confondono nelle sue lacrime… e rosso come l’amore e rame come metallo saranno le acque dove continua a perdersi e a piangere ancora e ancora…
Un tronco vestito di muschio diventa il cavaluccio improvvisato di una mamma coraggiosa e della sua impavida bambina che ammirata, e un pò spavenatta, chiude gli occhi e guarda la sua mamma diventare una funamboliera sprezzante del pericolo.
Boschi, verde brillante e cespugli rossi, bacche e foglie gialle… e poi bolle sul terreno e puzza da uovo marcio della zolfatara.
Il sentiero si inerpica nel bosco, saliamo saliamo, tra scalette, gole e anfratti, panchine tra il verde baciato dal sole.
Poi il cagnolino che impazzisce per i tanti odori… con il suo nasone nero ha puntato due funghetti che placidi e un pò porcini si stanno godendo al tintarella di questo sole che scalda ancora….allora curioso punta ad un castagna. ma si punge e con la coda tra le gambe si nasconde dietro un cespuglio…
E poi non vogliamo farci un mega selfie correndo come libere e belle sotto l’anfiteatro romano?
Eccola l’antica Monterano, resti imponenti di bellezza e fasti di un passato, con il leone sulla facciata del palazzo comunale a ricordarci con il ruggito ormai silenzioso la grandezza di questo luogo, ora pietra, rami e radici intecciate in un abbraccio indissolubile.
Camminiamo nella pace e lo sguardo incrocia la fontana in lontananza davanti ai resti della grande chiesa, un prato verde, dal fascino misterioso ed evocativo… archi e prospettive…. quel fivo nodoso che si staglia verso le volte aperte al cielo… un posto suggetsivo e quasi incantato, set di tanti film.
Per noi il set di un nostro semplice momento a mangiare panini, ridere, guardare volti sereni… chiudere gli occhi, c’è il sole ancora…e respirare.
Come arrivare
Monterano antica si trova ad ovest del Lago di Bracciano e a 2 km da Canale Monterano. Il paesino, o meglio le sue rovine, sorgono su un’altura di tufo tra due gole formate dal Fiume Mignone e dal Torrente Bicione, a cavallo tra i Monti della Tolfa e i Monti Sabatini. Arrivati a Canale Monterano si possono seguire i cartelli che indicano la Riserva Naturale di Monterano. In macchina si arriva fino ad uno spiazzo con una sbarra dove è possibile parcheggiare. Da qui un sentiero di circa 200 metri raggiunge le prime rovine con la fontana e l’acquedotto romano fino a salire all’altura dove si trovano i resti dell’intero paese.
Qualche cenno su Monterano
Monterano, in provincia di Roma, si trova nel territorio di Canale Monterano. Arroccata su una rocca tofacea, è stato senza esagerare definito il borgo più bello del Lazio, si trova nella Riserva naturale regionale Monterano. Le rovine dell’antico borgo meritano assolutamente una visita.
Monterano, fiorente nell’Alto Medioevo, mantenne la sua importanza anche nell’epoca dei Comuni grazie alla via Consolare che passava proprio per quei luoghi. La città nel corso dei secoli divenne un importante ducato posseduto anche dagli Orsini. Alla fine del ‘700 perse la sua importanza strategica ed economica, finì saccheggiato dalle truppe francesi e poi abbandonato dagli abitanti superstiti, che a causa della malaria, si trasferirono nella vicina Canale Monterano. Anche il Bernini trasformò la fortezza di Monterano in un palazzo ducale barocco e progettò la bella fontana all’ingresso del paese.
La collina dove sorgono i ruderi di Monterano è disseminata di sepolcreti etruschi, piccole grotte ricoperte da una fitta vegetazione e alcune polle d’acqua ribollenti, testimonianza dell’antica attività vulcanica della zona.
Data la vicinanza a Roma e la sua scenografica bellezza, a Monterano furono ambientati decine di film tra cui Ben-Hur, Brancaleone alle Crociate, Guardie e Ladri e Il marchese del Grillo.
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