Vi raccontiamo la nostra Amsterdam.
Con il camper. Con le bici. Con la voglia di sentirci un po’ giovani e freak. Con la scoperta senza preconcetti. Con la lentezza, il gusto e l’energia. Con la memoria. Con l’amore per tutto ciò che è bello, e che ti porta a voler stare ancora. E nel tempo… a voler ritornare.
E ora… Amsterdam!
La nostra sosta è allo Zeburg Camping, la sistemazione più vicina possibile al centro. Arriviamo per le 18.00: il campeggio e’ carino, provvisto di tutto, con uno spazio molto grande per le tende improvvisate… Diciamo che il target e’ il ventenne che viene a fare un po’ di vita ad Amsterdam…. I servizi e gli spazi rispecchiano assolutamente questo target… Ma va benissimo anche così… Qui ci sentiamo giovani giovani.
Vai, desiderosi di non mangiar la foglia, montiamo sulla nostra sella, per un primo assaggio serale della città: per quanto vicino, il campeggio dista dal centro una bella pedalata di 40 minuti. Dopo un primo giro, ci approcciamo a questa bella città nel più classico e romantico dei modi: giro sul battello di sera per vedere il profilo dei canali illuminati con le lucine serali… Bello…. Certo se fossimo stati solo in 2 e non con 2 piccole pesti che erano particolarmente indomabili ed eccitate, avremmo apprezzato meglio lo spirito romanticone della barca al chiar di luna…
Ma dolce e’ comunque sapersi vivere dolcemente in 4…
La stanchezza inizia a farsi sentire, cosi’ proviamo a lasciare le bici alla partenza del traghetto e prendiamo il tram 26 (unica linea su cui si possono comunque portare le bici) che ci riporta direttamente al campeggio.
Amsterdam l’abbiamo assaporata così,a nostro modo, con le nostre ormai inseparabili bici, con il nostro stile: con il gusto di fare tutto ciò che ci piace, senza essere legati necessariamente a programmi, cartine ed orari..
Come un doveroso prologo, al di la’ della narrazione e descrizione di che cosa abbiamo visto o visitato, sento più giusto dire in primis che cosa ci ha lasciato questa città, qual e’ lo spirito che, se pur per così poco tempo, ci ha pervaso, e la sensazione endemica che ha fatto da sfondo ad una visita se pur turistica: ad Amsterdam verremmo a vivere volentieri…
Un profondo senso di eleganza, di dinamicità, di cultura e di assoluta civiltà domina le sue vie ed i suoi canali. Pur essendo frequentatissima, non c’e la caoticita’, lo stress delle grandi città, sembra che la possibilità assoluta di spostarsi in bicicletta, con tranquillita’, senza il rischio di essere investiti, rispecchi il senso di rispetto tra le persone.. Ed anche un piacevolissimo gusto della vivace e dinamica lentezza nei rapporti tra le persone: il brulicare di baretti, di bistrot e di ritrovi dove tutti possono ritrovarsi per due chiacchiere e per bere una birra, danno proprio il senso che la gente di qui sa godersi la vita, non solo nel senso più banale del godereccio (troppo semplice associare Amsterdam a questo aggettivo!), ma come ben-essere generale… Lo riprova il fatto che tutte le attivita’ commerciali dopo le 18.00 chiudono.
Insomma ci e’piaciuta davvero tanto…
Per avere una vista d’insieme iniziamo come sempre con il più classico giro dei giri sul bus rosso a due piani: il centro e’ relativamente piccolo, anche se densissimo di cose da vedere, tra piazze, musei, opere e canali…la panoramica sul mezzo non nostro, ci ha dato ancora più gusto nel rivedere le parti più interessanti con le nostre bike, ed addentrarci tra canali e viuzze.
Non potevamo non visitare il mercato dei fiori.
Tra una pioggiarellina ed una rapida asciugatura, ci addentriamo in questo mercato, patria indiscussa dei bulbi di ogni tipo, forma e colore… A dir la verità, mi ero fatta l’idea che si vendessero i fiori (come un gigantesco fioraio all’aria aperta), invece tutte le bancarelle, ognuna con il proprio specifico allestimento, vendeva bulbi sia sfusi che già confezionati: regalo ideale come pensierino tipico dell’Olanda… Chissà se tra tutti quelli acquistati per noi e per gli amici e parenti, qualcuno ci regalerà qualche bel tulipano….insomma molto caratteristico e merita sicuramente una piacevole passeggiata.
Trascorrere il tempo tra merende nelle classiche bakery, tra giri su canali ad immortalare per l’ennesima vota quello scorcio particolare con la luce giusta e il ramo da immortalare mentre si muoveva proprio in quel determinato modo.
Da non perdere assolutamente l’area dei musei… foto di rito con credo uno dei “siti” più fotografati e visitati di Amsterdam…I AMSTERDAM.. una persistente e devo dire anche divertente pioggia, ha fatto da sottofondo alla nostra scalata alla scultura… eh si perchè dovevo svettare sulla M!!
Il museo dell’Heinehken…birra, luppolo, baby dee-jay e divertimento assicurato
Wurstel veloce e dolcino, e poi la nostra meta pomeridiana è quella tristemente famosa, che non avevamo considerato di fare, ma che spinti dalla curiosità della nostra Alice, abbiamo deciso di “affrontare”.. si a posteriori “affrontare” è il verbo giusto…. la casa di Anna Frank.
Non descriverò quello che abbiamo visto, ma quello che ho provato… la sua storia è nota, ma vedere dal vivo la casa, il nascondiglio, l’unica finestra che dava sull’esterno e quel ramo di glicine, unico segno che la vita c’è e passa…le stanze vuote e spoglie, come la desolazione profonda che la sua vicenda lascia negli animi dei visitatori che a 50 anni varcano quelle porte… Ho provato un senso profondo di commozione, disagio, rabbia e rispetto, si rispetto e pudore, nel toccare la finta libreria che nascondeva la porta che portava alla casa segreta… Toccare quella maniglia mi è sembrato violare un luogo sacro.. quasi profanare con superficiale sguardo vojeristico, tipico della nostra società che ignora e dimentica.. mi è sembrato di perpetuare l’orrore della violenza… Non avrei mai pensato di piangere per la storia, colpevole di aver distrutto la vita di una famiglia… Una sensazione per me nuova.. ho provato pena e compassione per queste persone, pensando che potevamo essere noi quella famiglia… perduta e distrutta.. che pure ha sperato, si è illusa, ha vissuto fino al suo ultimo tragico momento… Davvero la banalità del male… Ho pianto… un pianto silente, perchè in qualche modo se chiudevo gli occhi ho sentito il rumore assordante dell’irruzione… I loro spiriti e le loro vite consumate, meritano il silenzio….
Giriamo pieni di noi, e della consapevolezza che quello che abbiamo è sempre un bene prezioso che non va sprecato!
Amsterdam in veste notturna è forse ancor più affascinante.
Una cosa va detta… Amsterdam non sarebbe Amsterdam senza il suo dedalo di viuzze con locali hot, senza il suo cicaleccio, i suoi localini non proprio per family, le sue signorine in vetrina… ma la sua bellezza non è per niente alterata da queste insolite vie.. ne è esaltata… Passeggiando per il centro con le nostre biciclette ci siamo imbattuti (diciamo la verità le stavamo cercando!) nelle vie frequentatissime da giovani(of course), dove i locali e ristoranti multietnici si alternano a locali a luci rosse e a appartamenti con le signorine che ti ammiccano… Sicuramente lo spettacolo è d’impatto, sicuramente Alice era un pò perplessa, sicuramente lo spettacolo può, in base ad una valutazione morale, non essere edificante… ma non abbiamo provato un senso di disagio, non un senso di squallore… anche questo è perfettamente inserito e mai ghettizzato in questa civilissima città che ha fatto del liberismo il suo stendardo. Non c’era il senso di sconvenienza, ma solo di contrapposizione degli opposti che trovano un’ armonica fusione, un agrodolce sapore della vita che è fatta di tanti contradditori aspetti…
Un cigno bianco che nuotava placido nel canale della via più hot e rossa esprime perfettamente tutto questo.