Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare”
Liliana Segre
Mi ricordo ancora….
Nel Giorno della Memoria, mi ricordo Dachau, la stradina alberata per arrivare in quel luogo tranquillo. Di morte e di silenzio. La maestosa porta di ferro che apriamo davanti a noi… la sua scritta, beffa e schiaffo agli sguardi che come i nostri, tempo addietro l’hanno letta.. e non l’hanno capita.
Poi tutto fu chiaro….
Ricordare il silenzio
Mi ricordo ancora il silenzio. Sacro per non profanare… ancora e ancora… le strade dritte, rigorose, severe e ordinate. A destra e a sinistra solo linee bianche, tanti, tantissimi rettangoli di una geometria umana che non trova una formula alla sua soluzione… erano le loro case, dove dormivano, mangiavano, speravano, forse si… c’è stato un momento ancora in cui hanno sperato…
Mi ricordo il museo con le foto e i video degli orrori: lo sguardo di quell’uomo che pelle e ossa ma fuoco e sangue negli occhi mi chiedeva il perchè con una domanda lontana, che viene dal passato, e che arriva ora in questo pezzo di ora…
E mi ricordo che sono rimasta lì a guardarlo… e ho abbasto lo sguardo, perchè non avevo una risposta da dargli.. e lui non c’era più ad ascoltarla.. e a condannarla.
Camminiamo mano nella mano: silenzio, silenzio, vergogna e pena per quella vita che come noi, camminava qui, che voleva vivere, che voleva amare, che aveva dei figli, che aveva un passato e che voleva una possibilità di futuro… come tutti. Come per me. Come per le due bambine che camminano strette strette… come per tutti. Ma la storia, l’uomo, la banalità del male, non hanno voluto. Con la semplicità del niente…
Mi ricordo la camera a gas e la ciminiera…
Mi ricordo le camera a gas, stanzoni banchi, grandi, semplici, quasi innocui… e quei fori sul soffitto… essenza di vita pensavano. Gas di morte hanno trovato…
Mi ricordo la ciminiera alta, severa verso il cielo, grigio e severo. Nessuna nuvola, nessun colore… grigio grigio plumbeo…fumo alto nero e l’ho sentita cadere quella neve da quella ciminiera, una neve fuori stagione, una neve acre, piena di rimpianti.
Ricordo il vento che si è levato sulla nostra emozione, per uomini e donne che erano seduti esattamente dove siamo seduti noi ora, stanchi ed esausti… accanto a me c’è una donna magra, senza capelli. La guardo e cerco di abbracciarla… ma le mie mani, attraversano il suo pigiama a righe.
Mi ricordo la casa di Anna Frank
E chiudo gli occhi…. E ricordo quella casa ad Amsterdam di una quindicenne. La mia mano che sposta la libreria e sale le scale ed entra nel suo segreto che avrebbe dovuto nasconderla per riconsegnarla alla vita. Anna si chiamava e mi guarda sapendo che quella mia mano sta profanando la storia, sta violando anche lei e ancora una volta la speranza. Stanze vuote, nessun oggetto è stato consegnato al futuro per volere del padre, perchè tutti avrebbero dovuto sentire negli spazi vuoti, il vuoto dell’anima che deve inchiodare alla sue responsabilità. Drammatiche perchè evitabili…
Ricordo quel piccolo lucernario… il vento muoveva i rami del glicine, e il tempo passava…e quei rami mossi dal vento erano il segno del tempo… Anna lo guarda ancora con il sorriso di chi è fuori dal tempo, nel vento….
Apro gli occhi e sono di nuovo a Dachau, nel campo di concentramento così vicino al piccolo paese, così vicino alle persone che non potevano non sapere, non vedere, non capire, non dire NO, fermatevi, basta… e hanno preferito girarsi dall’altra parte, hanno preferito non fare niente.
Nel giorno della memoria, mi ricordo due mani di bambine che correvano nella speranza
Davanti a me il sorriso mesto e gli occhi teneri di Alice e Cloe, due bambine piene di vita in questo luogo pieno di morte.
Siamo stati indecisi se portarvi… se farvi vedere così piccole la tragedia della vita che genera morte con il gesto estremo della banalità del male… Ma sapere e ricordare, può salvare… e far trovare la vita anche nei luoghi dove c’è stata la morte… e la vità è in quell’incedere mano nella mano, colorando il grigio…
Mi ricordo ancora quel giorno. Ogni giorno è il Giorno della Memoria. Perchè se ricordo, mi ricordo che io posso dire NO….
Ogni giorno.
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Sito di riferimento
https://www.germania.info/baviera/campo-di-concentramento-dachau/
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2 comments
[…] E il ricordo vola ad un altro luogo di sofferenza che abbiamo visitato pochi anni fa, il campo di concentramento di Dachau. […]
Ho vissuto questo dolore devastante quando ho visitato Auschwitz qualche anno fa. Anche io ci ho portato mio figlio Alessandro che aveva solo 11 anni, anche io ho voluto che vedesse, che si rendesse conto cosa può fare un uomo ad un altro uomo, per non dimenticare che la libertà e’il bene più prezioso che abbiamo e che non è così difficile che si possa perdere! Un dolore immenso fargli vedere un luogo che trasuda sofferenza e morte in ogni cm quadrato ma credo fermamente di aver fatto la cosa giusta ❤️