di Mariangela Bruno
Ritornare nei luoghi che in qualche modo ci appartengono non è rivisitare muovendosi comodi nel già noto… è un po’ rivivere con nostalgia, tenerezza e energia rinnovata parti di sé…
Merano è uno di questi posti per me…
Perché Merano è una piccola città imperdibile. Per le sue terme, splendide, opulente, eleganti, design, legno e perfetta organizzazione.
Per i suoi vicoli e stradine strette piene di portici con il bel passeggio, i negozi moderni e le insegne passate. I tavolini con la birra Forst in onore del profumo della foresta che la avvolge, e lo speck che vedi dovunque. Turisti che camminano lenti e gente con i meravigliosi vestiti tipici di qui ( prima o poi mi comprerò quel corpetto tutto strizzato su quella camicia bianca a sbuffo e la gonna a quadretti romantica).
Poi ti sposti di pochi metri e ti ritrovi a camminare nel verde frondoso delle passeggiate d’inverno e d’estate inseguendo la principessa Sissi che qui, ha tanto soggiornato da buona e raffinata intenditrice del Bello. Il fiume imperioso che ha scavato un orrido imprevisto tra una gola che non ti aspetti così vicino al centro elegante e sornione. Sedersi su una delle tante panchine dove poeti e poesia sono ancora gli spettatori silenziosi di una coppia che nonostante 20 anni di vita insieme riescr ancora a volersi dire che saranno progetto futuro e possibile l’uno dell’altra…
Merano per la sua antica seggiovia monoposto che salendo salendo salendo ti fa ammirare la sua vallata, le sue residenze signorili, i suoi vigneti e i grappolo di mele rosse che dopo un po’ saranno il tuo strudel per la merenda pomeridiana.
Merano per il suo Lagrein, quel bicchiere corposo bevuto con te con la leggerezza di diventare due simpatici brilli, leggiadri, folli, semplici e con una bicicletta da guidare a zig zag in una città silenziosa mentre canti a squarciagola giro giro tondo…
Merano per questi e per tanti altri piccoli speciali particolari che ciascuno scoprirà, trovando quelli propri…
Ma per me Merano è un posto del cuore…perché la prima volta eravamo in tre con un cuore piccolissimo che batteva dentro di me da 15 giorni… e già mi riempiva di infinito. Ora su questa panchina quel cuore è una bimbetta di 10 anni impertinente, abella e libera che si fa accarezzare il capino… mentre la sorella cammina abbracciata al papà che mi guarda forte e intenerito. E il suo sguardo dice… tranquilla… a Merano torneremo ancora e ancora…
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